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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Lecce - Teatro Paisiello. Indirizzo: Via Palmieri 72 - Lecce..L'originaria struttura Teatro Paisiello fu inaugurata nel 1758 in onore del musicista tarantino Giovanni Paisiello. Nel 1867 fu donato al comune di Lecce, che ritenne gli spazi culturali dell'arena non adatti ai fini intellettuali della città tanto da ordinarne la totale ricostruzione. Il Teatro Paisiello fu riaperto, quindi, nel 1870, in contemporanea con le celebrazioni nazionali per la nascita della capitale d'Italia. Dal punto di vista artistico si possono ammirare nel peristilio i busti in marmo di Giovanni Paisiello e di Leonardo Leo, importante musicista salentino, originario di San Vito dei Normanni. Chiuso per Restauri nell'ultimo decennio del Novecento, è attualmente uno dei teatri più attivi e importanti della provincia di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Santi Dimitri" - Galatina.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Palamà" - Cutrofiano.
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  • Santo Solomo è una chiesetta situata sulla strada che da Botrugno conduce a Sanarica. La chiesa di San Solomo fu costruita dal barone Giacomo Maramonte nella metà del XV secolo. Successivamente passò ai marchesi Castriota, come si evince da un'epigrafe latina incassata nella parete absidale, e dal 1841 appartenne alla parrocchia di Castiglione che dopo un secolo e mezzo l'ha ceduta al Comune di Botrugno..Rimasta per decenni in stato di abbandono, fu consolidata e ristrutturata tra il 2000 e il 2004. Presenta una pianta longitudinale ad aula unica, con copertura a doppio spiovente in canne e tegole, suddivisa in due ambienti da un arco a tutto sesto. Sulla parete di fondo è addossato l'altare maggiore, di cui rimane solo la mensa modanata sorretta da due piedritti lisci, affiancato da due mensole con funzione di pastoforia. Sulla parete destra della chiesa è situato un riquadro leggermente rientrante nel quale sono visibili deboli tracce di colore di un affresco raffigurante San Solomo. Questo santo, assolutamente sconosciuto sia dalla Chiesa romana che da quella ortodossa, nel basso Salento è presente anche nella cripta di Sant'Elena di Uggiano la Chiesa e nella Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina. Nei secoli scorsi godette di una certa notorietà ed era festeggiato tre volte l'anno (il 20 maggio, il 21 giugno e il 18 novembre). Esternamente possiede una facciata a capanna con portale d'ingresso architravato e sormontato da una finestra centinata. È dotata di un piccolo campanile a vela. Sul lato destro è addossato un ambiente a pianta quadrangolare del XVIII secolo con funzione di casa dell'oblato. (fonte Wikipedia)
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Botrugno - Chiesa di Santo Solomo - La chiesa è situata sulla strada che da Botrugno porta a Sanarica.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Palamà" - Cutrofiano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Uggiano La Chiesa - Salento - Chiesa rupestre di Sant'Angelo
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Palamà" - Cutrofiano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Giurdignano (Lecce) - Salento - Cripta di San Salvatore
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Menhir" - Minervino di Lecce.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Santi Dimitri" - Galatina.
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  • Giurdignano (Lecce) - Salento - Cripta di San Salvatore
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Cantine Aperte 2012 - 20ima edizione - 27 maggio 2012 - Cantina "Duca Carlo Guarini" - Scorrano.
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  • Uggiano La Chiesa - Salento - Chiesa rupestre di Sant'Angelo
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  • Uggiano La Chiesa - Salento - Chiesa rupestre di Sant'Angelo
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • Appartamento in Torre dell'Orso. Via Matteotti - Lungomare. Coordinate: 40° 1' 25.59" N - 18° 25' 41.65" W..Riferimenti De Matteis Alessandro cell. 331.2778548
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  • CARRO ALLEGORICO.<br />
Il carnevale di Gallipoli è tra i più noti della Puglia. La sua tradizione è antichissima ed è documentata, oltre che in atti e documenti settecenteschi, anche da radici folcloristiche che affondano le origini in epoca medioevale, tramandate fino ad oggi dallo spirito popolare. La prima edizione (per come la conosciamo) risale al 1941; nel 2014 sarà l’edizione numero 73.<br />
La manifestazione carnascialesca è organizzata dall’ Associazione Fabbrica del Carnevale, nata nel febbraio 2013 con la finalità di organizzare, promuovere e riportare in auge il Carnevale della Città di Gallipoli. L’Associazione raccoglie al suo interno i maestri cartapestai Gallipolini e tanti giovani artisti, che vogliono valorizzare il Carnevale della città bella. Presidente dell’Associazione è Stefano Coppola.<br />
La manifestazione ha inizio il 17 gennaio, giorno di sant'Antonio Abate (te lu focu = del fuoco), con la Grande Festa del Fuoco, quando si accende con la tradizionale focara, un grande falò di rami d'ulivo. L'ultima domenica di carnevale e il martedì grasso lungo corso Roma, nel centro cittadino, si svolge la sfilata dei carri allegorici in cartapesta e dei gruppi mascherati corso Roma davanti a migliaia di spettatori provenienti da tutta la provincia di Lecce e da città pugliesi. Il tema dell’edizione di quest’anno è un omaggio a Walter Elias Disney.<br />
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FLOAT.<br />
The Carnival of Gallipoli is among the best known of Puglia. Its tradition is very old and is documented , as well as records and documents in the eighteenth century , as well as folkloric roots that sink their roots in medieval times , handed down today by the popular spirit . The first edition dates back to 1941 and in 2014 will be the edition number 73 .<br />
The carnival is organized by the Association of Carnival Factory , founded in February 2013 with the objective to organize, promote and revive the Carnival of the city of Gallipoli. The Association collects inside the masters cartapest
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  • Banco di lavoro di un artigiano che lavora alla costruzione del carro allegorico.<br />
Il carnevale di Gallipoli è tra i più noti della Puglia. La sua tradizione è antichissima ed è documentata, oltre che in atti e documenti settecenteschi, anche da radici folcloristiche che affondano le origini in epoca medioevale, tramandate fino ad oggi dallo spirito popolare. La prima edizione (per come la conosciamo) risale al 1941; nel 2014 sarà l’edizione numero 73.<br />
La manifestazione carnascialesca è organizzata dall’ Associazione Fabbrica del Carnevale, nata nel febbraio 2013 con la finalità di organizzare, promuovere e riportare in auge il Carnevale della Città di Gallipoli. L’Associazione raccoglie al suo interno i maestri cartapestai Gallipolini e tanti giovani artisti, che vogliono valorizzare il Carnevale della città bella. Presidente dell’Associazione è Stefano Coppola.<br />
La manifestazione ha inizio il 17 gennaio, giorno di sant'Antonio Abate (te lu focu = del fuoco), con la Grande Festa del Fuoco, quando si accende con la tradizionale focara, un grande falò di rami d'ulivo. L'ultima domenica di carnevale e il martedì grasso lungo corso Roma, nel centro cittadino, si svolge la sfilata dei carri allegorici in cartapesta e dei gruppi mascherati corso Roma davanti a migliaia di spettatori provenienti da tutta la provincia di Lecce e da città pugliesi. Il tema dell’edizione di quest’anno è un omaggio a Walter Elias Disney.<br />
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The Carnival of Gallipoli is among the best known of Puglia. Its tradition is very old and is documented , as well as records and documents in the eighteenth century , as well as folkloric roots that sink their roots in medieval times , handed down today by the popular spirit . The first edition dates back to 1941 and in 2014 will be the edition number 73 .<br />
The carnival is organized by the Association of Carnival Factory , founded in February 2013 with the objective to organize, promote and revive the Carnival of the city of Gallipo
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  • Lecce - Strade
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  • Ostuni - Ostuni è un comune italiano di 32.182 abitanti della provincia di Brindisi in Puglia. Detta anche Città Bianca, per via del suo caratteristico centro storico che un tempo era interamente dipinto con calce bianca, oggi solo parzialmente. Insieme a Taranto e Santa Maria di Leuca, costituisce uno dei vertici ideali della penisola salentina. Rinomato centro turistico, nel 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 ha ricevuto la Bandiera Blu[4] e le cinque vele di Legambiente per la pulizia delle acque della sua costa e per la qualità dei servizi offerti. Nel 2005, inoltre, la Regione Puglia ha riconosciuto il comune come "località turistica".
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Servizio fotografico per Masseria Ceratonia - Contrada Li Monaci - Gallipoli
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  • Servizio fotografico per Masseria Ceratonia - Contrada Li Monaci - Gallipoli
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  • Servizio fotografico per Masseria Ceratonia - Contrada Li Monaci - Gallipoli
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  • Il carnevale di Gallipoli è tra i più noti della Puglia. La sua tradizione è antichissima ed è documentata, oltre che in atti e documenti settecenteschi, anche da radici folcloristiche che affondano le origini in epoca medioevale, tramandate fino ad oggi dallo spirito popolare. La prima edizione (per come la conosciamo) risale al 1941; nel 2014 sarà l’edizione numero 73.<br />
La manifestazione carnascialesca è organizzata dall’ Associazione Fabbrica del Carnevale, nata nel febbraio 2013 con la finalità di organizzare, promuovere e riportare in auge il Carnevale della Città di Gallipoli. L’Associazione raccoglie al suo interno i maestri cartapestai Gallipolini e tanti giovani artisti, che vogliono valorizzare il Carnevale della città bella. Presidente dell’Associazione è Stefano Coppola.<br />
La manifestazione ha inizio il 17 gennaio, giorno di sant'Antonio Abate (te lu focu = del fuoco), con la Grande Festa del Fuoco, quando si accende con la tradizionale focara, un grande falò di rami d'ulivo. L'ultima domenica di carnevale e il martedì grasso lungo corso Roma, nel centro cittadino, si svolge la sfilata dei carri allegorici in cartapesta e dei gruppi mascherati corso Roma davanti a migliaia di spettatori provenienti da tutta la provincia di Lecce e da città pugliesi. Il tema dell’edizione di quest’anno è un omaggio a Walter Elias Disney.<br />
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The Carnival of Gallipoli is among the best known of Puglia. Its tradition is very old and is documented , as well as records and documents in the eighteenth century , as well as folkloric roots that sink their roots in medieval times , handed down today by the popular spirit . The first edition dates back to 1941 and in 2014 will be the edition number 73 .<br />
The carnival is organized by the Association of Carnival Factory , founded in February 2013 with the objective to organize, promote and revive the Carnival of the city of Gallipoli. The Association collects inside the masters cartapestai Gallipoli and many you
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  • STATUA IN CARTAPESTA E PROGETTI.<br />
Il carnevale di Gallipoli è tra i più noti della Puglia. La sua tradizione è antichissima ed è documentata, oltre che in atti e documenti settecenteschi, anche da radici folcloristiche che affondano le origini in epoca medioevale, tramandate fino ad oggi dallo spirito popolare. La prima edizione (per come la conosciamo) risale al 1941; nel 2014 sarà l’edizione numero 73.<br />
La manifestazione carnascialesca è organizzata dall’ Associazione Fabbrica del Carnevale, nata nel febbraio 2013 con la finalità di organizzare, promuovere e riportare in auge il Carnevale della Città di Gallipoli. L’Associazione raccoglie al suo interno i maestri cartapestai Gallipolini e tanti giovani artisti, che vogliono valorizzare il Carnevale della città bella. Presidente dell’Associazione è Stefano Coppola.<br />
La manifestazione ha inizio il 17 gennaio, giorno di sant'Antonio Abate (te lu focu = del fuoco), con la Grande Festa del Fuoco, quando si accende con la tradizionale focara, un grande falò di rami d'ulivo. L'ultima domenica di carnevale e il martedì grasso lungo corso Roma, nel centro cittadino, si svolge la sfilata dei carri allegorici in cartapesta e dei gruppi mascherati corso Roma davanti a migliaia di spettatori provenienti da tutta la provincia di Lecce e da città pugliesi. Il tema dell’edizione di quest’anno è un omaggio a Walter Elias Disney.<br />
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STATUE IN CARDBOARD AND PROJECTS.<br />
The Carnival of Gallipoli is among the best known of Puglia. Its tradition is very old and is documented , as well as records and documents in the eighteenth century , as well as folkloric roots that sink their roots in medieval times , handed down today by the popular spirit . The first edition dates back to 1941 and in 2014 will be the edition number 73 .<br />
The carnival is organized by the Association of Carnival Factory , founded in February 2013 with the objective to organize, promote and revive the Carnival of the city of Gallipoli. The Associa
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  • Rome@2013 - Vittoriano (Altare della Patria)<br />
Il Monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano, è un monumento nazionale situato a Roma, in piazza Venezia.<br />
Per metonimia il monumento viene spesso chiamato Altare della Patria, da quando esso accoglie il Milite Ignoto. Il suo nome deriva da Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia, cui il complesso monumentale è dedicato.<br />
The Altare della Patria (Altar of the Fatherland) also known as the Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II (National Monument to Victor Emmanuel II) or "Il Vittoriano" is a controversial monument built in honour of Victor Emmanuel, the first king of a unified Italy, located in Rome, Italy. It occupies a site between the Piazza Venezia and the Capitoline Hill.
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  • Rome - 2013 - Chiesa di Santa Maria Maggiore - Retro
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  • Rome - 2013 - Piazza della Repubblica
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  • Rome@2013 - Basilica di Santa Maria degli Angeli - Porte realizzate dall'artista polacco Igor Mitoraj
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  • Monteruga è una località disabitata del comune di Veglie in provincia di Lecce. Sorta nel ventennio fascista, è un tipico esempio di villaggio dell'Ente Riforma. Si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che qui vi si stabilirono. La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell'azienda agricola negli anni ottanta; restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant'Antonio Abate. Il toponimo allude ad un colle solcato da un fosso.Monteruga is an uninhabited place near Veglie, in the province of Lecce. The name alludes to a hill crossed by a ditch. Founded in Fascist era, it is a typical example of the village of The Reformation. It was developed after the land reform of 1950 when many farmlands were expropriated and given to the peasants who settled there. The story of Monteruga as town ends during the eighties. In memory of the recent past, at present it remain the school, the central square, the church dedicated to St. Anthony the Abbot.
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  • Monteruga è una località disabitata del comune di Veglie in provincia di Lecce. Sorta nel ventennio fascista, è un tipico esempio di villaggio dell'Ente Riforma. Si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che qui vi si stabilirono. La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell'azienda agricola negli anni ottanta; restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant'Antonio Abate. Il toponimo allude ad un colle solcato da un fosso.Monteruga is an uninhabited place near Veglie, in the province of Lecce. The name alludes to a hill crossed by a ditch. Founded in Fascist era, it is a typical example of the village of The Reformation. It was developed after the land reform of 1950 when many farmlands were expropriated and given to the peasants who settled there. The story of Monteruga as town ends during the eighties. In memory of the recent past, at present it remain the school, the central square, the church dedicated to St. Anthony the Abbot.
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  • Monteruga è una località disabitata del comune di Veglie in provincia di Lecce. Sorta nel ventennio fascista, è un tipico esempio di villaggio dell'Ente Riforma. Si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che qui vi si stabilirono. La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell'azienda agricola negli anni ottanta; restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant'Antonio Abate. Il toponimo allude ad un colle solcato da un fosso.Monteruga is an uninhabited place near Veglie, in the province of Lecce. The name alludes to a hill crossed by a ditch. Founded in Fascist era, it is a typical example of the village of The Reformation. It was developed after the land reform of 1950 when many farmlands were expropriated and given to the peasants who settled there. The story of Monteruga as town ends during the eighties. In memory of the recent past, at present it remain the school, the central square, the church dedicated to St. Anthony the Abbot.
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