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  • Vincent Brunetti conclude una vendita di un suo quadro con dei clienti interessati alla sua arte prima dello "Show" artistico all'interno della Galleria personale in Vincent City nei pressi di Guagnano in provincia di lecce. 29/03/2010 (PH Gabriele Spedicato)..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di libera
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Alessano 23 luglio 2010.Marcello Torsello, inaugurazione mostra Ritagli di Cielo.. <br />
Le vicende della pittura di Marcello Torsello, seppure innestate da poco nel panorama dell'arte italiana, lasciano leggere dichiarazioni di attualità, dove passato presente e futuro si svelano.annodati al filo del desiderio. Ed è proprio questo filo del desiderio a riannodare il discorso dell'opera - ove transita.il capitolo del presente e la recherce du temp perdu - al soggetto, alle motivazioni profonde, alla struttura fantasmatica che dentro gorgoglia e fa affiorare in superficie un brano di storia, di storia contadina, di architettura del sud, di spaccato del territorio che l'artista conosce... Molti vorrebbero in questo caso stucchevolmente parlare.di pittura di paesaggio, niente di tutto ciò, perchè il paesaggio di Marcello Torsello se da una parte guarda.all'americano Edward Hopper per una sorta di pittura silenziosa, calma, stoica, luminosa e classica, dall'altra si.allontana dalle forme e dall'iconicità, per segnalarsi come addirittura svolta astratto-geometrica, per via dei tagli e.delle scenografie, per via dei ritagli di cielo, per via di certi comignoli sui tetti che sono fortemente evocativi,.immagini avvolte nella luce e nell'ombra, addirittura fantasmi dei luoghi. Case, tetti, facciate, comignoli, finestre, porte, diventano spazi senza confini, in un tempo dilatato, in un tempo che accoglieva la vita e oggi lascia sfumare.l'oscurità dei ricordi. Questo paesaggio improprio diventa lo spazio e il tempo dell'esperienza onirica, della.ricchezza irriducibile dei sogni. Marcello Torsello dipinge la realtà distaccandosi da essa, ma senza perdere il.legame con essa. Usa la materia e il colore per raggiungere la dimensione spirituale dei ricordi,la malinconia del.silenzio. Il silenzio degli spazi della memoria. Nel segno della reverie, la consistenza degli elementi, specie i comignoli, sono i gradi della realtà, e sono proprio questi gradi a far leggere ...
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  • Vincent Brunetti durante il suo "Show" artistico all'interno della Galleria personale in Vincent City nei pressi di Guagnano in provincia di lecce. 29/03/2010 (PH Gabriele Spedicato)..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e
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  • Vincent Brunetti dipinge durante il suo "Show" artistico all'interno della Galleria personale in Vincent City nei pressi di Guagnano in provincia di lecce. 29/03/2010 (PH Gabriele Spedicato)..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese
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  • Vincent Brunetti dipinge durante il suo "Show" artistico all'interno della Galleria personale in Vincent City nei pressi di Guagnano in provincia di lecce. 29/03/2010 (PH Gabriele Spedicato)..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese
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  • Vincent Brunetti durante il suo "Show" artistico all'interno della Galleria personale in Vincent City nei pressi di Guagnano in provincia di lecce. 29/03/2010 (PH Gabriele Spedicato)..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e
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  • Un locale completamente affrescato e ricco di oggetti artistici nella casa museo all'interno di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso del
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  • Un dettaglio dell'acquila ai piedi della statua della Libertà in miniatura nella casa museo all'interno di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi d
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  • La statua della Libertà in miniatura nella casa museo all'interno di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità
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  • Una scultura nel cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e robuste
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  • Una statua del Cristo nel cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte
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  • Una scultura nel cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e robuste
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  • Sculture in pietra nel cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e r
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  • Il cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e robuste da un ormai o
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  • Un primo piano dell'artista Vincent Brunetti nella sua "Vincent City" residenza del pittore salentino nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e
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  • Gesù bambino nella casa museo all'interno di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni res
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  • Particolari sul muro nella casa museo all'interno di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolaz
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  • Primo piano di una scultura nel cortile di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti"nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese
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  • L'ingresso di "Vincent City", residenza del pittore salentino "Vincent Brunetti" nei pressi di Guagnano in provincia di Lecce. 29/03/2009 (PH Gabriele Spedicato) ..VINCENT BRUNETTI.Affettuosamente identificato con l'appellativo "LA LIBELLULA DEL SUD", Vincent Brunetti è oggi considerato uno dei personaggi più emblematici della vita artistica meridionale..Nato a Guagnano di Lecce il 3 dicembre 1950 e residente a Milano da oltre vent'anni dove per i meriti artistici (egli è infatti pittore e scultore) gli è stato conferito nel 1970 l'AMBROGINO D'ORO. Fu colpito in tenera età dal virus della poliomelite. Gli effetti devastanti della malattia a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità..Comincia comunque a dipingere e consegue, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d'arte di Lecce..Dopo essere stato a Torino, si trasferisce a soli venticinque anni a Milano dove riceve numerosi riconoscimenti ed entra in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequenta l'Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo segue ed incoraggia nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accoglie presso la sua Bottega..Sempre a Milano, egli collabora con l'attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi..Con il passare degli anni egli è sempre più debilitato dalla malattia..Grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore "Lamina Bior" secondo il quale, ogni genere di malattia può essere sconfitta con il proncipio dell'elettricità statica, Vincent Brunetti ha potuto recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere..Nella sua "DANZA" propiziatoria è espresso in pieno il bisogno di LIBERTA' che è nascosto nel cuore di ogni uomo e nel suo "VOLO" il desiderio di liberarsi dal peso della materia..Nell'elasticità delle articolazioni rese forte e robuste da un ormai
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Basilica di Santa Croce. Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca..La prima fase della costruzione, cominciata nel 1549, terminò entro il 1582 e vide la costruzione della zona inferiore della facciata, fino all'enorme balconata sostenuta da telamoni raffiguranti uomini e animali. La cupola venne completata nel 1590. Secondo lo storico dell'arte Vincenzo Cazzato questa prima fase vide l'emergere della personalità di Gabriele Riccardi. Una successiva fase dei lavori, a partire dal 1606, durante la quale vennero aggiunti alla facciata i tre portali decorati, è marcata dall'impegno di Francesco Antonio Zimbalo. Al completamento dell'opera lavorarono successivamente Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Al primo è dovuta la costruzione della parte superiore della facciata e dello stupendo rosone (vicino al quale è scolpita la data 1646), al secondo va probabilmente attribuito il fastigio alla sommità della struttura.
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  • Siamo in puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese traquillo ma vivo..Le strade luminose e tranquille sono pulite, e presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un' intera area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura intesa anche come enogastronomia, e soprattutto di un aria sana, pulita, molto diversa dalla solita respirata in città e molto spesso in grandi città del nord.
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  • Siamo in puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese traquillo ma vivo..Le strade luminose e tranquille sono pulite, e presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un' intera area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura intesa anche come enogastronomia, e soprattutto di un aria sana, pulita, molto diversa dalla solita respirata in città e molto spesso in grandi città del nord.
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  • Siamo in puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese traquillo ma vivo..Le strade luminose e tranquille sono pulite, e presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un' intera area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura intesa anche come enogastronomia, e soprattutto di un aria sana, pulita, molto diversa dalla solita respirata in città e molto spesso in grandi città del nord.
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  • Siamo in puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese traquillo ma vivo..Le strade luminose e tranquille sono pulite, e presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un' intera area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura intesa anche come enogastronomia, e soprattutto di un aria sana, pulita, molto diversa dalla solita respirata in città e molto spesso in grandi città del nord.
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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog..Appena entrati in paese ci si ritrova una piazzetta moderna, molto ben concepita architettonicamente, sulla quale si affacciano anche palazzi di età più antica, probabilmente dell'inizio del '900...La Piazza del popolo, al momento degli scatti si preparava ad ospitare la " Notte Bianca di Specchia"..Il campanile si affaccia sulla piazza e sulle viuzze vicine e con i suoi rintocchi fa rivivere riti e abitudini ormai abbandonati..Architettonicamente il campanile si compone di tre ordini e nel primo ha l'orologio che ancora oggi scandisce il tempo di Specchia..Di fronte al campanile vi è il Palazzo Risolo, oggi il palazzo è il risultato di vari rimaneggiamenti e cambiamenti anche strutturali apportati nel corso del tempo a partite dal XV secolo..Una balaustra, che divide in due fasce orizzontali la facciata, si affaccia sulla piazza offrendo una visuale suggestiva della architettura urbana del centro storico.
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  • Il progetto si snoda attraverso l'osservazione attenta della struttura architettonica per analizzare nei dettagli la filosofia del progetto realizzato dall'architetto gio Ponti
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  • Rome@2013 - Basilica di San Pietro - Dettagli
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  • Rome - 2013 - Musei  Vaticani - Scala Interna
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  • Rome - 2013 - Musei  Vaticani - Statua di Ercole
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