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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Casarano (Lecce).Villa Capozza: Dimora storica risalente nel suo impianto originario al XVIII secolo, con una superficie complessiva di 2.200 mq ed immersa in un parco di due ettari.
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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog...Queste foto sono state scattate nel Borgo di Cardigliano, una frazione di Specchia, in passato conosciuto come il paese fantasma del Salento è oggi divenuto un Resort, che in tutte le stagioni è frequentato da turisti e famiglie che si rifuggiamo nella tranquilla e sperduta borgata...Le abitazioni più antiche sono di colore rosso intenso, tendente al bordeaux, gli intonaci invecchiati e i calcinacci screpolati sono una delizia per gli occhi che si soffermano ad osservare le figure create dal caso sulle pareti...Spesso le case sono protette da pergolati di vite che provvedono a rinfrescare le verande rendendole vivibili anche nelle ore più cocenti dell'estate..
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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog...Queste foto sono state scattate nel Borgo di Cardigliano, una frazione di Specchia, in passato conosciuto come il paese fantasma del Salento è oggi divenuto un Resort, che in tutte le stagioni è frequentato da turisti e famiglie che si rifuggiamo nella tranquilla e sperduta borgata...Le abitazioni più antiche sono di colore rosso intenso, tendente al bordeaux, gli intonaci invecchiati e i calcinacci screpolati sono una delizia per gli occhi che si soffermano ad osservare le figure create dal caso sulle pareti...Spesso le case sono protette da pergolati di vite che provvedono a rinfrescare le verande rendendole vivibili anche nelle ore più cocenti dell'estate..
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  • Siamo in puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese traquillo ma vivo..Le strade luminose e tranquille sono pulite, e presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un' intera area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura intesa anche come enogastronomia, e soprattutto di un aria sana, pulita, molto diversa dalla solita respirata in città e molto spesso in grandi città del nord.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
    KASH_VillaAvvManco049.jpg
  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Castellaneta, marzo 2013..Ex Palazzo Baronale..È ubicato in Piazza Maria Immacolata, accanto al Palazzo Vescovile e si affaccia a strapiombo sulla gravina. Fu sede dei baroni che dal '500 alla fine del '700 dominarono su Castellaneta. Non si conosce con esattezza l'epoca di fondazione del palazzo che, probabilmente, sorge sul luogo ove era l'antico castello dei Normanni. Nel corso dei secoli l'edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel XVI-XVII secolo, per esempio, fu ristrutturato ed ampliato forse ad opera dei principi Bartirotti. Un altro restauro si ebbe nell'Ottocento, dopo il 1829 anno in cui il vescovo mons. Pietro Lepore acquistò il palazzo dai De Mari, ultimi baroni della città, per adibirlo a Seminario diocesano, inaugurato nel 1838. Attualmente ospita le monache clarisse ivi trasferite dopo la chiusura del pericolante monastero di S. Chiara. L'edificio si presenta come un palazzotto fortificato, a pianta quadrata con poderoso basamento. La facciata è caratterizzata dal semplice portale; interessanti le finestre che si aprono sul fianco meridionale decorate da cornici con capitelli figurati. Si accede all'interno attraverso un breve androne a sinistra del quale è ubicata la Cappella, un semplice ambiente rettangolare con volta a botte. Al centro dell'edificio vi è un ampio cortile decorato da eleganti cornici marcapiano e da alcuni stemmi delle nobili famiglie che dominarono la città. Interessanti all'interno l'ampio salone di rappresentanza al piano nobile e gli ambienti prospicienti la gravina in cui è possibile osservare elementi architettonici risalenti al Medioevo...Fonte: http://www.pugliaturistica.it/info.php?user=&pw=&luogo=PGLTACST00000&cod_luogo=PGLTACST00000&cod_pe=19. 
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Antica Villa con Bosco sulla Provinciale Per Ruffano, Specchia..Attualmente Studio Legale Avv. A. Manco
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Bari Palazzo D-Domus (de Gemmis)<br />
Referente contatto Sig.ra Angela Favia - tel 080.5238659<br />
 Elegante palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[19]. Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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  • Convento e chiesa dei Domenicani, il complesso conventuale dei Domenicani fu fondato tra il 1491 e il 1513 ed è intitolato a Santa Maria di Tricase. L'attuale insediamento risale al 1709 quando fu ricostruito nel luogo attuale per volontà testamentaria del chierico Vito Antonio De Riccardis. Fu soppresso nel 1809 e la chiesa fu riaperta al culto nel 1834. Il convento, che si sviluppa attorno al chiostro quadrangolare, è attualmente sede municipale. Il prospetto è caratterizzato da un robusto portale recante l'arme dei De Riccardis e da balconi balaustrati. La chiesa, che rispecchia i canoni stilistici del barocco e del rococò, presenta una facciata a due ordini e termina con un frontone mistilineo. È scandita in tre zone da alte lesene; nella parte centrale si sviluppano il portale d'ingresso, sul cui architrave è posizionato lo stemma dei Domenicani posto fra due drappi, e la finestra centinata, mentre lateralmente si aprono quattro nicchie vuote. L'interno si sviluppa longitudinalmente ed è ad aula unica decorata con stucchi. Nella navata si aprono tre brevi cappelle per lato contenenti gli altari del Crocifisso, di San Tommaso d'Aquino, di San Domenico di Guzmán, della Madonna del Rosario, di San Vincenzo Ferreri e di San Pietro Martire. L'abside poligonale accoglie l'altare maggiore e alcune tele.
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