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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Botrugno - Processione dei Misteri - 30 marzo 2013. La processione parte dalla Cappella dell'Assunta, alle spalle della Chiesa Madre, alle 6 del mattino. I fedeli e i membri della Confraternita dell'Assunta accompagnano nelle strade del paese le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. La processione è preceduta dalla Croce dei Misteri sorretta dai giovani del paese, poi in successione è il turno delle donne del posto (vestite di nero con camicia e guanti bianchi) che sorreggono la statua del Cristo torturato. La processione continua con la statua del Cristo Morto, sorretto dagli uomini del paese vestiti con lo stesso tipo di abbigliamento e infine la statua della Madonna Addolorata che chiude la processione. Alla fine della processione, intorno alle 8, tutte statue vengono riportate nella Cappella dell'Assunta ed esposte per la contemplazione.<br />
Botrugno - The Procession of the Mysteries - March 30, 2013. The procession starts from the Chapel of the Assumption, behind the Cathedral Church at 6 o'clock in the morning. The faithful and members of the Brotherhood of the Assumption accompany in the streets of the statues of the dead Christ and Our Lady of Sorrows. The procession is preceded by the Cross of the Mysteries supported by the youth of the country, then in succession is the turn of the local women (dressed in black shirt and white gloves) that hold the statue of Christ tortured. The procession continues with the statue of the dead Christ, supported by the men of the village dressed with the same kind of clothes and finally the statue of Our Lady of Sorrows, which closes the procession. At the end of the procession, around 8 am, all statues are reported in the Chapel of the Assumption and exposed for contemplation.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo che precede la Pasqua. Nella sacrestia della chiesa sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi: esse vengono portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore del Sabato Santo. La processione è preceduta dai lampioni e dal suono di alcuni strumenti musicali tradizionali, come la trozzula (uno strumento in legno con battenti metallici), la la tromba ed al tamburo scordato. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria Santissima Addolorata.<br />
Gallipoli - Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ before Easter. In the sacristy of the church there are the statues of the Sorrowful Mysteries: they are carried in procession from sunset Friday to the early hours of Holy Saturday. The procession is preceded by the street lamps and the sound of some traditional musical instruments, such as the trozzula (a wooden instrument with metal doors), the trumpet and the drum tune. The Procession of the Mysteries and the Tomb of Christ is one of the most charming and engaging processions of traditional rituals, involving the Brotherhood of St. Maria degli Angeli with the statue of Our Lady of Sorrows.
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  • Gallipoli - Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo. Nella sacrestia sono conservate le statue dei Misteri Dolorosi, portate in processione dal tramonto del Venerdì Santo alle prime ore della notte del Sabato Santo, oltre alla trozzula - strumento in legno con battenti metallici - ed i lampioni che annunciano il passaggio della processione, insieme alla tromba ed al tamburo scordato. Un vero e proprio museo fotografico ritrae le composizioni della Tomba degli ultimi trent'anni, con alcuni scatti in bianco e nero che raffigurano modelli risalenti nel tempo. La tradizione vuole, infatti, che rimanendo fisso il tema della Deposizione, la rappresentazione della Tomba - in dialetto Urnia - cambi di anno in anno a seconda del modello scelto dalla confraternita. La Processione dei Misteri e della Tomba di Cristo è una delle processioni più suggestive e coinvolgenti della ritualistica tradizionale, cui partecipa la Confraternita di S. Maria degli Angeli con il simulacro di Maria SS.ma Addolorata.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Lecce - Processione precedente la Santa Messa in onore del Santo. La Processione prima della Santa Messa sta per iniziare: accompagnerà l'arcivescovo nel Duomo per la celebrazione.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. Lo stemma della Confraternita Santa Croce - S. Elena - S. Maria Goretti identifica i gruppi che seguiranno la processione.  Alla processione partecipano anche tutte le confraternite e le associazioni religiose presenti in città e nel territorio della diocesi di Lecce
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Lecce - Processione precedente la Santa Messa in onore del Santo. Passaggio della processione che accompagna l'arcivescovo all'altare per la celebrazione della Santra Messa in onore di Sant'Oronzo.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Lecce - Processione precedente la Santa Messa in onore del Santo. Processione per accompagnare l'arcivescovo nel Duomo di Lecce.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Processione nel cuore del centro storico di Lecce dei S. S. Cosma e Damiano. Le foto sono state scattate davanti e dentro la Chiesa di S. Teresa a Lecce. Chiesa di origine barocca venne costruita nel 1620 da Giuseppe Zimbalo. I due Santi, noti anche come Santi medici, sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba. I due Santi, secondo le tre tradizioni e cioè quella Arabica, Asiatica e Romana, erano in grado di operare prodigiose guarigioni senza ricevere nulla in cambio. Da quì l'appellativo Anàrgiri ( dal greco Anargyroi, cioè senza denaro). Secondo molte fonti i due Santi subirono un atroce martirio. Alcune di queste narrano di lapidazione, crocifissione, affogati, trafitti con delle lance ed in fine decapitati. Da quì si dice che i S. S. Cosma e Damiano sono cinque volte martiri.
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  • Il Crocifisso che si trovava nella chiesa occultato da un manto viola fino al giorno precedente, apre adesso la processione all'alba del Sabato Santo in un silenzio quasi irreale
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. Uomini in alta uniforme scortano la processione mentre i fedeli cercano di immortalare le statue.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. I sacerdoti che guideranno la processione si preparano.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. Le confraternite si preparano per la processione in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. I componenti delle confraternite e i fedeli attendono pazientemente l'inizio della processione.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. la processione ha inizio: la prima statua ad uscire è quella di San Giusto. San Giusto, dei tre santi, è quello per il quale esiste la certezza storica dell'esistenza. Per Sant'Oronzo e San Fortunato non esistono documenti certi ma l'affezione dei fedeli ha superato anche il dubbio storico. Sullo sfondo l'ex seminario in Piazza Duomo.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. I componenti di una confraternita (che accompagnerà la processione delle statue dei santi) attende l'inizio della cerimonia in Piazza Duomo.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. Il componente di una confraternita (che accompagnerà la processione delle statue dei santi) attende l'inizio della cerimonia in Piazza Duomo a Lecce.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. La processione è iniziata da poco: la seconda statua ad uscire è quella di San Fortunato. San Giusto, dei tre santi, è quello per il quale esiste la certezza storica dell'esistenza. Per Sant'Oronzo e San Fortunato non esistono documenti certi ma l'affezione dei fedeli ha superato anche il dubbio storico. Sullo sfondo l'ex seminario in Piazza Duomo.
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  • Lecce - Festeggiamenti in onore di Sant'Oronzo, San Giusto e San Fortunato. I sacerdoti prendono posto all'inizio della processione in attesa che le statue escano dal Duomo. La Croce sovrasta i preparativi.
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  • Reportage sulla processione del venerdi santo a Gallipoli...L'uomo addetto alla vestizione degli appartententi alle confratarnite indica la direzione da seguire all'interno della chiesa..
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  • "Secondo la leggenda, [San Cataldo] sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Ges? che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la citt? ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portÚ a sbarcare nel porto dell'attuale Marina di San Cataldo, localit? a 11 km da Lecce che ha il suo nome. Sempre secondo la tradizione, il santo avrebbe lanciato un anello in mare per placare una tempesta, e in quel punto del Mar Grande si sarebbe formato un citro, cioË una sorgente d'acqua dolce chiamata "Anello di San Cataldo"..A Taranto Cataldo compÏ la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. In quel periodo egli si recÚ anche nei paesi limitrofi, tra cui Corato in provincia di Bari, di cui divenne patrono avendo per tradizione liberato la citt? dalla peste..MorÏ a Taranto l'8 marzo tra il 475 e il 480 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora duomo della citt?, e lÏ il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni" (fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/San_Cataldo_vescovo)..La fotografia ha ad oggetto la c.d processione a terra che si svolge l'8 maggio: dopo la cerimonia d'u pregge (il privilegio), consistente nella consegna della Statua da parte delle Autorit? religiosa al Sindaco, il Santo viene trasportato su un'auto ricoperta di fiori e trasferito su una nave della Marina militare da dove ha inizio la successiva "processione a mare"..La processione Ë accompagnata dalla banda musicale che esegue musiche religiose..
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • "Secondo la leggenda, [San Cataldo] sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Ges? che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la citt? ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portÚ a sbarcare nel porto dell'attuale Marina di San Cataldo, localit? a 11 km da Lecce che ha il suo nome. Sempre secondo la tradizione, il santo avrebbe lanciato un anello in mare per placare una tempesta, e in quel punto del Mar Grande si sarebbe formato un citro, cioË una sorgente d'acqua dolce chiamata "Anello di San Cataldo"..A Taranto Cataldo compÏ la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. In quel periodo egli si recÚ anche nei paesi limitrofi, tra cui Corato in provincia di Bari, di cui divenne patrono avendo per tradizione liberato la citt? dalla peste..MorÏ a Taranto l'8 marzo tra il 475 e il 480 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora duomo della citt?, e lÏ il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni" (fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/San_Cataldo_vescovo)..La fotografia ha ad oggetto la c.d processione a terra che si svolge l'8 maggio: dopo la cerimonia d'u pregge (il privilegio), consistente nella consegna della Statua da parte delle Autorit? religiosa al Sindaco, il Santo viene trasportato su un'auto ricoperta di fiori e trasferito su una nave della Marina militare da dove ha inizio la successiva "processione a mare".
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Festeggiamenti dei SS. Medici Cosma e Damiano e dei Fratelli Leonzio, Euprepio, Antimo. I Santi vengono onorati con la festa patronale ad Oria e con un pellegrinaggio dei fedeli al Santuario di S.Cosimo alla Macchia. La processione, con le statue dei cinque Santi e del protettore della Diocesi San Barsanofio si chiama processione degli Ammalati. La festa si conclude con i tradizionali fuochi di artificio.
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  • Reportage sulla processione del venerdi santo a Gallipoli...Gli appartenenti alla confraternita del ss. Crocifisso attendono di completare la vestizione prima di prender parte alla processione.
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  • Reportage sulla processione del venerdi santo a Gallipoli...la processione si appresta ad uscire dalla chiesa.
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  • Reportage sulla processione del venerdi santo a Gallipoli...la processione si appresta ad uscire dalla chiesa.
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  • Reportage sulla processione del venerdi santo a Gallipoli...un confratello cammina a piedi scalzi seguendo la processione
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