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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog...Queste foto sono state scattate nel Borgo di Cardigliano, una frazione di Specchia, in passato conosciuto come il paese fantasma del Salento è oggi divenuto un Resort, che in tutte le stagioni è frequentato da turisti e famiglie che si rifuggiamo nella tranquilla e sperduta borgata...Le abitazioni più antiche sono di colore rosso intenso, tendente al bordeaux, gli intonaci invecchiati e i calcinacci screpolati sono una delizia per gli occhi che si soffermano ad osservare le figure create dal caso sulle pareti...
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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog...Queste foto sono state scattate nel Borgo di Cardigliano, una frazione di Specchia, in passato conosciuto come il paese fantasma del Salento è oggi divenuto un Resort, che in tutte le stagioni è frequentato da turisti e famiglie che si rifuggiamo nella tranquilla e sperduta borgata...Le abitazioni più antiche sono di colore rosso intenso, tendente al bordeaux, gli intonaci invecchiati e i calcinacci screpolati sono una delizia per gli occhi che si soffermano ad osservare le figure create dal caso sulle pareti...I randagi tengono compagnia ai turisti animando le giornate con incontri sconvenienti e pennichelle invidiabili.
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  • Reportage sul comune di Alessano per il progetto propugliaphoto..Panorama del'insediamento rupestre di Macurano..Macurano è un villaggio rupestre considerato un luogo di scambio e commercio, simbolo della cultura dell'olio per la presenza ad oggi di alcune tracce nelle grotte e di frantoi funzionanti nella zona. L'insediamento è caratterizzato da una serie di grotte sia naturali che scavate nel calcare, cisterne per la raccolta dell'acqua, sistemi di canalizzazione che scendono da Montesardo, viottoli, scalette e vie più larghe con antiche tracce di carri..Si ritiene che in questo sito, un vero e proprio centro abitato ben organizzato distante circa quattro km dalla costa, i monaci basiliani scappati dall'oriente in seguito alla lotta iconoclasta, trovarono rifugio e si dedicarono all'agricoltura..L'area del villaggio rupestre fu sicuramente sfruttata in epoche successive, lo prova l'esistenza di ben tre masserie di cui una fortificata e i resti di una serie di costruzioni che fanno parte dei numerosi esempi di architettura rurale presenti in questo territorio. .Il complesso masserizio, denominato Macurano, edificato probabilmente nel Cinquecento include la Masseria di Santa Lucia e la cappella di Santo Stefano. La Masseria è dominata dal nucleo originario, ovvero dalla torre cinquecentesca coronata da beccatelli a sostegno del parapetto aggettante del terrazzo sommitale.
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  • Reportage sul comune di Alessano per il progetto propugliaphoto..Macurano è un villaggio rupestre considerato un luogo di scambio e commercio, simbolo della cultura dell'olio per la presenza ad oggi di alcune tracce nelle grotte e di frantoi funzionanti nella zona. L'insediamento è caratterizzato da una serie di grotte sia naturali che scavate nel calcare, cisterne per la raccolta dell'acqua, sistemi di canalizzazione che scendono da Montesardo, viottoli, scalette e vie più larghe con antiche tracce di carri..Si ritiene che in questo sito, un vero e proprio centro abitato ben organizzato distante circa quattro km dalla costa, i monaci basiliani scappati dall'oriente in seguito alla lotta iconoclasta, trovarono rifugio e si dedicarono all'agricoltura..L'area del villaggio rupestre fu sicuramente sfruttata in epoche successive, lo prova l'esistenza di ben tre masserie di cui una fortificata e i resti di una serie di costruzioni che fanno parte dei numerosi esempi di architettura rurale presenti in questo territorio. .Il complesso masserizio, denominato Macurano, edificato probabilmente nel Cinquecento include la Masseria di Santa Lucia e la cappella di Santo Stefano. La Masseria è dominata dal nucleo originario, ovvero dalla torre cinquecentesca coronata da beccatelli a sostegno del parapetto aggettante del terrazzo sommitale.
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  • Reportage sul comune di Alessano per il progetto propugliaphoto..Masseria di Santa Lucia: il complesso masserizio edificato probabilmente nel Cinquecento..Macurano è un villaggio rupestre considerato un luogo di scambio e commercio, simbolo della cultura dell'olio per la presenza ad oggi di alcune tracce nelle grotte e di frantoi funzionanti nella zona. L'insediamento è caratterizzato da una serie di grotte sia naturali che scavate nel calcare, cisterne per la raccolta dell'acqua, sistemi di canalizzazione che scendono da Montesardo, viottoli, scalette e vie più larghe con antiche tracce di carri..Si ritiene che in questo sito, un vero e proprio centro abitato ben organizzato distante circa quattro km dalla costa, i monaci basiliani scappati dall'oriente in seguito alla lotta iconoclasta, trovarono rifugio e si dedicarono all'agricoltura..L'area del villaggio rupestre fu sicuramente sfruttata in epoche successive, lo prova l'esistenza di ben tre masserie di cui una fortificata e i resti di una serie di costruzioni che fanno parte dei numerosi esempi di architettura rurale presenti in questo territorio. .Il complesso masserizio, denominato Macurano, edificato probabilmente nel Cinquecento include la Masseria di Santa Lucia e la cappella di Santo Stefano. La Masseria è dominata dal nucleo originario, ovvero dalla torre cinquecentesca coronata da beccatelli a sostegno del parapetto aggettante del terrazzo sommitale.
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  • Tomba di Don Tonino Bello Vescovo di Molfetta, Nato ad Alessano, 18 marzo 1935 - Molfetta, 20 aprile 1993
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  • Siamo in Puglia, a Specchia cittadina della provincia di Lecce, situato a circa 60 Km a sud del capoluogo di provincia..Si presenta come un paese tranquillo ma vivo..Le strade luminose e pulite presentano una pavimentazione a lastroni antichi..Il centro storico è un'area pedonale ed è spesso scenario di manifestazioni sacre e culturali..La gente è gentile ed ospitale e si è lasciata fotografare con tranquillità, facendosi riprendere nel loro fare quotidiano, quasi fosse abituata ad essere fotografata..Quest'area del Salento è meta di un turismo alla ricerca della tranquillità e della cultura; cultura intesa anche come eno-gastronomia, e soprattutto cultura volta al rispetto della natura..I turisti in cerca di aria sana, pulita, vengono nei paesini dell'entroterra salentino, lontani dalla città e dallo smog...Queste foto sono state scattate nel Borgo di Cardigliano, una frazione di Specchia, in passato conosciuto come il paese fantasma del Salento è oggi divenuto un Resort, che in tutte le stagioni è frequentato da turisti e famiglie che si rifuggiamo nella tranquilla e sperduta borgata...Le abitazioni più antiche sono di colore rosso intenso, tendente al bordeaux, gli intonaci invecchiati e i calcinacci screpolati sono una delizia per gli occhi che si soffermano ad osservare le figure create dal caso sulle pareti...
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  • Tomba di Don Tonino Bello Vecovo di Molfetta morto nel 1993 e nato ad Alessano, Adesso la sua Tomba si trova nel cimitero di Alessano. 10/04/2010
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  • Tomba di Don Tonino Bello Vescovo di Molfetta, Nato ad Alessano, 18 marzo 1935 - Molfetta, 20 aprile 1993
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Ulivi vista mare, Polignano
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  • Masseria Minoia sorge a Conversano, in provincia di Bari, all’interno del Parco Regionale dei Laghi e della Gravina di Monsignore e a due passi dal Parco Storico di Castiglione.<br />
La struttura, risalente al XVII secolo, possiede tutte le caratteristiche delle costruzioni rurali tipiche del paesaggio pugliese.
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  • Taranto, Piazza Garibaldi
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  • Taranto, Piazza Garibaldi
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  • Taranto, Piazza Garibaldi
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Crispiano, marzo 2013.Casolare, masseria contrada Vallenza.Abitazione e terre coltivatori e allevatori nelle campagne di Crispiano direzione Massafra
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  • L'aeroporto di Brindisi (detto anche Papola - Casale) è un importante nodo di trasporto per tutta l'area e serve la provincia di Brindisi, la provincia di Lecce ed in parte quella di Taranto. Lo scalo dista solo 6 km dal centro cittadino, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici..L'aeroporto di Brindisi è una delle porte per il Salento e le sue bellezze e ha collegamenti giornalieri con le maggiori città italiane ed europee..Storicamente si è sviluppato a partire dagli anni '30 con una pista costruita dal Demanio Militare. Lo sviluppo commerciale iniziò subito dopo con la compagnia Ala Littoria, che collegava Brindisi a Roma. Interrotta l'attività nel 1943 per gli eventi bellici, essa riprese regolarmente nel 1947. ?Pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale  l'Alitalia subentrò sulla rotta ed al primo collegamento si aggiunse quello con Catania via Bari...Sempre nello stesso periodo una nuova aerostazione passeggeri sostituisce la precedente, mentre lo scalo di Brindisi viene utilizzato come scalo per i voli diretti nel Medio Oriente, data la completa momentanea inagibilità di Corfù.  Tra gli anni 60 e 70 la seconda pista viene allungata..Dal 1970 al 1974 la Olympic Airways collega lo scalo con Corfù, mentre nel '74, con l'introduzione del DC 9/30, l'Ati inaugura il servizio Brindisi-Bari-Genova-Milano Linate. I servizi del gruppo Alitalia durano fino ai giorni nostri, anche se l'Ati subentra all'Alitalia, ma gli unici voli diretti operativi rimangono quelli con Milano e Roma..Nell' Aprile 1995 si aggiunge un servizio giornaliero dell'Aliadriatica, con B737, ma poco dopo la compagnia, divenuta Air One, abbandona lo scalo.?Negli anni ottanta le strutture vengono sostanzialmente modificate con l'edificazione di una serie di edifici, tra cui una caserma dei Vigili del Fuoco ed una struttura per il traffico merci. .Informazioni Centralino Tel. 080 - 5800200.fonte testo: www.aeroportodibrindisi.com/
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  • Spiaggia di sabbia e rocce con sentiero, località Saturo, Taranto
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  • Strada provinciale verso Altamura
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  • Strada provinciale verso Altamura
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  • Uomo che sullo stertto d'Otranto scruta l'orizzonte con un binocolo
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  • Masseria Minoia sorge a Conversano, in provincia di Bari, all’interno del Parco Regionale dei Laghi e della Gravina di Monsignore e a due passi dal Parco Storico di Castiglione.<br />
La struttura, risalente al XVII secolo, possiede tutte le caratteristiche delle costruzioni rurali tipiche del paesaggio pugliese.
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  • Comando Vigili del Fuoco, Vico del Gargano (FG)
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Ulivi vista mare, Polignano
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  • Ulivi vista mare, Polignano
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  • Ulivi vista mare, Polignano
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  • Cascina con corte interna, Crispiano,Taranto
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  • A Sud, pochi kilometri sulla litoranea salentina, alle spalle del recente passato brindisino, dove le strade cedono la vista ai campi e il frastagliare degli edifici e  delle torri si acquieta, a restituire all'animo un respiro, lì c'è Anna: un sollievo, un'oasi serena. Qui Anna vive e lavora con la sua famiglia, a ridosso del parco regionale delle terre del sale, strategico sito per le rotte degli uccelli che ogni anno migrano dal Nord Africa al vecchio continente... È qui che Anna gode della sua vita.. è qui che vibra incessante di gioia ed energia traboccante a realizzare i suoi sogni con una determinazione esemplare....Anna non sta mai ferma, ha sempre qualcosa da fare... ora pianta cardi, ora imbianca e un attimo dopo striglia i suoi splendidi cavalli.... ancora un po' e la vedi che raccoglie olive... e fino alle due di notte a costruire un carretto per esporre i suoi prodotti... .Tutto questo sempre sorridente e ricca... grandemente ricca di vita!.Nella sua fattoria ha trasformato una stalla in un'aula didattica per progetti di educazione ambientale destinati ai bimbi... e non solo, offre servizi gratuiti per chi vuole visitare il parco e ha messo su una vendita diretta per far gustare i suoi prodotti rigorosamente naturali, coltivati con acqua e null'altro; al massimo un po' di concime che "comu lu letame dilli cavaddi non ci nd'eti"..Ma il suo sogno... il suo sogno è quello di dar vita a un maneggio... per questo ha già 7 magnifici cavalli... al mattino li fa uscire per i campi e alla sera, con un fischio... li vedi da lontano che tornano al galoppo... uno spettacolo di quelli senza fiato... Anna è convinta che i suoi cavalli sognano... e che fanno sogni belli... se ne accorge dal nitrito quando la notte va in stalla e li contempla... vuole bene a tutti e "guai a chi me li tocca"... da Caliostro a Michelle, Draga, Arbusto, Giulio, Ventura, Cesare... ma  poi si lascia scappare... "il mio preferito è Arbusto..." un murgese rustico e massiccio... lo accompagna
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  • Un tendone abbandonato nella periferia di San Pancrazio Sal. Anche se abbandonato, non coltivato e curato da un contadino continua anno dopo anno a produrre uva. Il vigneto si trova a San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi.
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  • Reportage sviluppato da Lorenzo Papadia ad Alessano(LE), tra marzo e aprile 2010. Viene presa in considerazione fotograficamente, la gente che popola il paese nei suoi bar, piazze, strade, giardini pubblici. Ed, insieme a questa, i particolari e gli eventi caratterizzanti il luogo...particolare della campagna  alessanese.
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  • Masseria Minoia sorge a Conversano, in provincia di Bari, all’interno del Parco Regionale dei Laghi e della Gravina di Monsignore e a due passi dal Parco Storico di Castiglione.<br />
La struttura, risalente al XVII secolo, possiede tutte le caratteristiche delle costruzioni rurali tipiche del paesaggio pugliese.
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  • Taranto, periferia anni '90, palazzi colorati, quartiere taranto2
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  • Taranto, Villa Comunale Peripato
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  • Taranto, Piazza Garibaldi
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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  • Rovine del Palazzo del barone Salzedo, sec. XVIII. Si tratta della residenza rurale dei Baroni Salzedo, edificata nella località di Stigliano nel 1768, l'organismo architettonico conserva solo un elegante portale d'ingresso con stemma della famiglia. Versa in uno stato di conservazione pessimo, non è fruibile, merita il recupero. A pochi metri si erge la Chiesa di Santa Marina di Stigliano. Le costruzioni si trovano a circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell'antico feudo di Stigliano. La piccola chiesetta dedicata a Santa Marina fu costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all'adiacente complesso architettonico. La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l'immagine bizantina della titolare. Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi. La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano. Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.
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