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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Otranto - Chiesa della Madonna Immacolata. Un tempo nota come cappella di S. Maria del Carmine, la chiesa viene descritta per la prima volta nella Visita Pastorale del 1607 di Mons. Lucio Morra come interamente costruita sotto la volta di un passaggio coperto annesso alle mura di Otranto, in seguito alla chiusura della porta di accesso dal mare nella città. Oggi la chiesa si trova sulla cosiddetta Porta Mare, riaperta al passaggio in seguito al crollo della chiesa. In origine, la cappella aveva una sola porta d'ingresso, collocata sul lato nord, al di sopra della quale una finestra circolare consentiva alla luce del sole di illuminare sufficientemente l'interno. A destra della suddetta porta ce n'era un'altra che dava accesso alla sagrestia. All'interno della cappella, era in origine presente un unico altare in pietra dotato di predella, sulla cui sommità era presente un dipinto con l'immagine di S. Maria del Carmelo con in braccio il figlio Gesù Cristo, entrambi con una corona d'argento sul capo. L'altare era illuminato da tre lampade e numerosi ex-voto erano collocati dai fedeli davanti all'immagine della Madonna. Nella I Visita Pastorale di Mons. Vincenzo Andrea Grande fatta tra il 1834 e il 1835, si fa riferimento alla suddetta cappella con il nome di Cappella dell'Immacolata. Da tale documento, la cappella risulta modificata, essendo dotata di altri altari: l'altare maggiore, ubicato di fronte alla porta d'ingresso e dedicato all'Immacolata Concezione; sul lato sinistro, l'altare della B.M.V. del Carmelo (o del Carmine); vicino alla porta d'ingresso, l'altare di S. Luigi ("de patronatu" della famiglia Gualtieri); di fronte all'altare della Madonna del Carmine, vi era costruita un'altra mensa, ma senza titolo. Già nel 1837, si segnalano i primi problemi della chiesa, dovuti ad infiltrazioni di acqua: la mensa dell'altare della Madonna del Carmine era diventata troppo umida per la celebrazione della messa, tanto che l'Arcivescovo Mons. Grande, nuovamente in visit
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  • Marina di Novaglie (Alessano) - Porta tipica di un'abitazione di pescatori.
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  • Salento - Puglia - Marina di Pescoluse - I gigli di mare sono specie protetta e crescono sulle dune di sabbia sul versante ionico.
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • La Baia dei Turchi si trova a pochi chilometri a nord di Otranto ed è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa ed incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia. La Baia dei Turchi, così come la zona dei Laghi Alimini, è classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Nel gennaio 2007 il Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI) ha inserito la Baia dei Turchi tra i primi 100 luoghi da salvare in Italia. La spiaggia si estende su alcune centinaia di metri e si raggiunge dopo aver attraversato una pineta e alcuni sentieri che attraversano la fitta vegetazione fino a sboccare sulla scogliera a picco sul mare. La spiaggia è composta da sabbia intervallata a scogliera..La Baia dei Turchi si raggiunge percorrendo la strada che da Otranto porta alle Marine di Melendugno, dopo aver percorso 1,1 km. si svolta a destra, verso il mare, e una volta incontrato il Club Med alla fine della strada si svolta a sinistra per poi lasciare l'automezzo e proseguire a piedi. Le coordinate sono: +40° 11' 37.85", +18° 27' 48.87"
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Porto Selvaggio, Nardò (LE) 2 gennaio 2013..Torre Santa Maria dell'Alto, o semplicemente Torre dell'Alto, è una torre costiera del Salento situata nel comune di Nardò e ricadente nel Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Posta a 51 m s.l.m., su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, venne eretta nella seconda metà del XVI secolo con funzioni difensive su progetto del viceré spagnolo Don Pietro da Toledo che redasse un sistema di controllo delle coste della penisola salentina...Finita di costruire già nel 1569 dal mastro neretino Angelo Spalletta, la costruzione presenta un basamento troncopiramidale a pianta quadrata, leggermente scarpato, separato dal corpo superiore da una cornice marcapiano. Il piano superiore, dotato di porta d'accesso, termina con una cornice a beccatelli ed è provvisto di merli e di dieci piombatoie distribuite su tutti e quattro i lati. Una grande scalinata in tufo a tre arcate permette l'accesso. L'interno, costituito da due ambienti sovrapposti, è provvisto di cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua; il piano terra era adibito al deposito delle scorte, il primo piano, diviso in quattro ambienti, era utilizzato come abitazione dei cavallari (così venivano chiamate le guardie che presidiavano la torre e in che in caso di eventuali arrivi di pirati lo segnalavano ai paesi dell'entroterra utilizzando il cavallo)..Comunicava a nord con Torre Uluzzo e a sud con Torre Santa Caterina..(Fonte testo: wikipedia.it)
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  • Uno scorcio di Brindisi in una strada nei pressi di via del mare a Brindisi. 29/05/2010 PH Gabriele Spedicato
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  • Dettaglio di un vetro in frantumi della porta d'ingresso dall'interno di uno dei locali dell'ex centro di permanenza temporanea "Casa Regina Pacis" a San foca (LE) ormai in disuso. 21/02/2010 (PH Gabriele Spedicato)..I Centri di permanenza temporanea (CPT), ora denominati Centri di identificazione ed espulsione (CIE), sono strutture istituite in ottemperanza a quanto disposto all'articolo 12 della legge Turco-Napolitano (L. 40/1998) per ospitare gli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera" nel caso in cui il provvedimento non sia immediatamenti eseguibile.
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  • Salento - Puglia - Marina di Pescoluse - Si notano a destra le biciclette lasciate dai giovani bagnanti.
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  • 08/03/2009 Brindisi Diga di Punta Riso in primo piano il "Vecchio Faro" , sullo sfondo il faro dell'isola delle Pedagne
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  • Otranto - giochi in spiaggia
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  • 08/03/2009 Brindisi Diga di Punta Riso il "Vecchio faro"
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  • Chiesa di S.Domenico al Rosario, Gallipoli (LE)
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