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  • L'architettura del Fuoco.Libro fotografico riguardo la progettazione e realizzazione di camini realizzati dall'architetto Antonio Antonica - NonSoloCamini Galatina LE
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  • La Concattedrale Ë stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto GiÚ Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine Ë ritenuta la protettrice della citt?. E cosÏ la Concattedrale Ë stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da GiÚ Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico..La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioË il mare. In realt? la Concattedrale ha una duplice facciata..La chiesa superiore puÚ ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo Ë nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore Ë tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli..Lo stesso GiÚ Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale Ë rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale (fonte http://wikimapia.org/1658965/Concattedrale-di-Taranto).. .
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  • La Concattedrale Ë stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto GiÚ Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine Ë ritenuta la protettrice della citt?. E cosÏ la Concattedrale Ë stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da GiÚ Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico..La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioË il mare. In realt? la Concattedrale ha una duplice facciata..La chiesa superiore puÚ ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo Ë nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore Ë tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli..Lo stesso GiÚ Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale Ë rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale (fonte http://wikimapia.org/1658965/Concattedrale-di-Taranto)..La fotgrafia ritrae la Concattedrale, visibile sullo sfondo, protetta da un muro sormontato da pezzi di vetro (gli offendicula, nella tradizione giuridica, sono strumenti atti a difendere la propriet?, come punte affilate dei cancelli o, appunto, pezzi di vetro sul muro.. .
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  • La Concattedrale Ë stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto GiÚ Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine Ë ritenuta la protettrice della citt?. E cosÏ la Concattedrale Ë stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da GiÚ Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico..La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioË il mare. In realt? la Concattedrale ha una duplice facciata..La chiesa superiore puÚ ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo Ë nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore Ë tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli..Lo stesso GiÚ Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale Ë rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale (fonte http://wikimapia.org/1658965/Concattedrale-di-Taranto)..La fotgrafia ritrae la Concattedrale, visibile sullo sfondo, protetta da un muro sormontato da pezzi di vetro (gli offendicula, nella tradizione giuridica, sono strumenti atti a difendere la propriet?, come punte affilate dei cancelli o, appunto, pezzi di vetro sul muro.. La parte anteriore della Concattedrale Ë caratterizzata da questo muro sul quale compaiono scritte testimonianza del degrado urbanistico della citt?.."Gio Ponti aveva progettato intorno alla cattedrale moderna di Taranto una "piccola foresta" costituita da eucalipti, fichi, agavi, ulivi, vigneti, mandorli e mimose, le tipiche piante mediterranee che avrebbero sparso intor
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  • La Concattedrale Ë stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto GiÚ Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine Ë ritenuta la protettrice della citt?. E cosÏ la Concattedrale Ë stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da GiÚ Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico..La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioË il mare. In realt? la Concattedrale ha una duplice facciata..La chiesa superiore puÚ ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo Ë nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore Ë tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli..Lo stesso GiÚ Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale Ë rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale (fonte http://wikimapia.org/1658965/Concattedrale-di-Taranto).. .
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  • La Concattedrale Ë stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto GiÚ Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine Ë ritenuta la protettrice della citt?. E cosÏ la Concattedrale Ë stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da GiÚ Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico..La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioË il mare. In realt? la Concattedrale ha una duplice facciata..La chiesa superiore puÚ ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo Ë nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore Ë tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli..Lo stesso GiÚ Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale Ë rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale (fonte http://wikimapia.org/1658965/Concattedrale-di-Taranto).. .
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso. Nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico..Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza..La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate..Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
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  • Palazzo Fizzarotti.<br />
Il palazzo fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso (1905) dall'abilissimo uomo d'affari, da ultimo banchiere, Emanuele Fizzarotti, un leccese dell'emergente borghesia, che volle testimoniare la possanza del nuovo corso economico, ergendosi a mecenate di una nuova era. Si avvalse della progettazione dell'ingegnere E. Bernich, che dopo Napoli, era approdato in Puglia in qualità di sopraintendente ai beni architettonici ed artistici, e dell'architetto A. Corradini, nonché di un esercito di valenti artigiani ed artisti: pittori, scultori, decoratori, mosaicisti, ebanisti musivi, fabbri e vetrai (Murano).<br />
II fabbricato realizzato su un'area di 800 metri quadrati coperti oltre il cortile interno si compone di un piano terra e tre piani superiori raggiungendo l'altezza di metri 21.40. Si impone su qualunque altro edificio della città per il ricercato lavoro umano di cui é permeato e, soprattutto, in quanto testimonianza di quell'eclettismo, di cui l'impronta architettonica neo gotica veneziana é chiaro esempio.
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano.
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano.
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  • Chiesa di San Mtteo. Si racconta che l'architetto Achille Larducci nel realizzare la sontuosa fabbrica dalle forme curvilinee, nel 1667, volesse omaggiare la chiesa borrominiana di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma. Sorta su una precedente costruzione quattrocentesca, pertinente a un convento di Terziarie Francescane, la chiesa ha una facciata a due ordini, divisa da un'aggettante cornice curvilinea, mentre l'interno presenta un'ampia navata ellittica, scandita da paraste su cui sono collocate le statue degli Apostoli. Le monache assistevano alle funzioni liturgiche dalle bifore della navata.
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Lecce - Chiesa di Santa Chiara. Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II n. 11 - Lecce..La chiesa di Santa Chiara si trova nel centro storico di Lecce, in piazza Vittorio Emanuele II. La sua prima fondazione, voluta dal vescovo Tommaso Ammirato, risale al 1429; venne in seguito quasi completatmente ristrutturata tra il 1687 e il 1691. La realizzazione della chiesa è opera dell'architetto Giuseppe Cino.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto la parte interna della chiesa con i suoi archi che si incrociano in un gioco di linee curve mentrw è in corso una celebrazione eucaristica.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto la parte interna della chiesa con i suoi archi che si incrociano in un gioco di linee curve mentrw è in corso una celebrazione eucaristica.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto scorcio della facciata vista attaverso un'impalcatura posta sul piazzale utilizzata in occasione dei grandi eventi.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto il piazzale antistane la chiesa (sullo sfono). In primo priano una pila di sedie utilizzate per i posti a sedere sul pioazzale stesso in occasione dei grandi eventi.
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  • La cattedrale di San Cataldo (o duomo di San Cataldo) Ë una chiesa di Taranto, inizialmente dedicata a santa Maria Maddalena poi a san Cataldo vescovo. Fu costruita ad opera dei Bizantini nella seconda met? del X secolo, durante i lavori di ricostruzione della citt? voluti dall'imperatore Niceforo II Foca..Negli ultimi anni dell'XI secolo l'impianto bizantino venne rimaneggiato e si costruÏ l'attuale cattedrale a pianta basilicale. Tuttavia la vecchia costruzione non fu sostituita del tutto: il braccio longitudinale, ampliato e ribassato, incorporÚ la navata centrale con la profonda abside della chiesa bizantina, rimaste inalterata; l'altare Ë posto sotto la cupola e la vecchia navata divenne il transetto, tagliato poi dalle navate laterali, lasciando in vista una serie di colonnine che decoravano l'antica costruzione..Nel 1713 fu aggiunta la facciata barocca, opera dell'architetto leccese Mauro Manier (fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_San_Cataldo)..Nella fotografia si nota la facciata: essa "Ë tagliata orizzontalmente da un architrave spezzato di stile barocco. Sui tronconi sono adagiati due angeli che guardano il rettangolo del finestrone centrale sul quale campeggia la statua in pietra di san Cataldo. In basso si apre l'ampio portale sulla cui trabeazione Ë incastonato lo stemma dell'arcivescovo Stella..Sulle due fasce laterali suddivise in campi rettangolari si trovano quattro nicchie contenenti le statue di san Pietro apostolo e san Marco poste in basso ai lati del portale, e di san Rocco e sant'Irene in quelle superiori. Le nicchie sono sormontate da medaglioni culminanti a conchiglia. Il finestrone Ë contornato da ornamentazioni floreali ed affiancato da due colonne tortili. Due angioletti adoranti fiancheggiano la statua di san Cataldo che sormonta il finestrone. Sull'architrave del grande portale Ë scolpito lo stemma dell'arcivescovo Stella che promosse la realizzazione dell'opera (Fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Catte
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  • Palazzo Fizzarotti.<br />
Il palazzo fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso (1905) dall'abilissimo uomo d'affari, da ultimo banchiere, Emanuele Fizzarotti, un leccese dell'emergente borghesia, che volle testimoniare la possanza del nuovo corso economico, ergendosi a mecenate di una nuova era. Si avvalse della progettazione dell'ingegnere E. Bernich, che dopo Napoli, era approdato in Puglia in qualità di sopraintendente ai beni architettonici ed artistici, e dell'architetto A. Corradini, nonché di un esercito di valenti artigiani ed artisti: pittori, scultori, decoratori, mosaicisti, ebanisti musivi, fabbri e vetrai (Murano).<br />
II fabbricato realizzato su un'area di 800 metri quadrati coperti oltre il cortile interno si compone di un piano terra e tre piani superiori raggiungendo l'altezza di metri 21.40. Si impone su qualunque altro edificio della città per il ricercato lavoro umano di cui é permeato e, soprattutto, in quanto testimonianza di quell'eclettismo, di cui l'impronta architettonica neo gotica veneziana é chiaro esempio.
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  • Palazzo Fizzarotti.<br />
Il palazzo fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso (1905) dall'abilissimo uomo d'affari, da ultimo banchiere, Emanuele Fizzarotti, un leccese dell'emergente borghesia, che volle testimoniare la possanza del nuovo corso economico, ergendosi a mecenate di una nuova era. Si avvalse della progettazione dell'ingegnere E. Bernich, che dopo Napoli, era approdato in Puglia in qualità di sopraintendente ai beni architettonici ed artistici, e dell'architetto A. Corradini, nonché di un esercito di valenti artigiani ed artisti: pittori, scultori, decoratori, mosaicisti, ebanisti musivi, fabbri e vetrai (Murano).<br />
II fabbricato realizzato su un'area di 800 metri quadrati coperti oltre il cortile interno si compone di un piano terra e tre piani superiori raggiungendo l'altezza di metri 21.40. Si impone su qualunque altro edificio della città per il ricercato lavoro umano di cui é permeato e, soprattutto, in quanto testimonianza di quell'eclettismo, di cui l'impronta architettonica neo gotica veneziana é chiaro esempio.
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  • Palazzo Fizzarotti.<br />
Il palazzo fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso (1905) dall'abilissimo uomo d'affari, da ultimo banchiere, Emanuele Fizzarotti, un leccese dell'emergente borghesia, che volle testimoniare la possanza del nuovo corso economico, ergendosi a mecenate di una nuova era. Si avvalse della progettazione dell'ingegnere E. Bernich, che dopo Napoli, era approdato in Puglia in qualità di sopraintendente ai beni architettonici ed artistici, e dell'architetto A. Corradini, nonché di un esercito di valenti artigiani ed artisti: pittori, scultori, decoratori, mosaicisti, ebanisti musivi, fabbri e vetrai (Murano).<br />
II fabbricato realizzato su un'area di 800 metri quadrati coperti oltre il cortile interno si compone di un piano terra e tre piani superiori raggiungendo l'altezza di metri 21.40. Si impone su qualunque altro edificio della città per il ricercato lavoro umano di cui é permeato e, soprattutto, in quanto testimonianza di quell'eclettismo, di cui l'impronta architettonica neo gotica veneziana é chiaro esempio.
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  • Palazzo Fizzarotti.<br />
Il palazzo fu costruito tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso (1905) dall'abilissimo uomo d'affari, da ultimo banchiere, Emanuele Fizzarotti, un leccese dell'emergente borghesia, che volle testimoniare la possanza del nuovo corso economico, ergendosi a mecenate di una nuova era. Si avvalse della progettazione dell'ingegnere E. Bernich, che dopo Napoli, era approdato in Puglia in qualità di sopraintendente ai beni architettonici ed artistici, e dell'architetto A. Corradini, nonché di un esercito di valenti artigiani ed artisti: pittori, scultori, decoratori, mosaicisti, ebanisti musivi, fabbri e vetrai (Murano).<br />
II fabbricato realizzato su un'area di 800 metri quadrati coperti oltre il cortile interno si compone di un piano terra e tre piani superiori raggiungendo l'altezza di metri 21.40. Si impone su qualunque altro edificio della città per il ricercato lavoro umano di cui é permeato e, soprattutto, in quanto testimonianza di quell'eclettismo, di cui l'impronta architettonica neo gotica veneziana é chiaro esempio.
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
    KASH_PalazzoGranafei_Sternatia_099.JPG
  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
    KASH_PalazzoGranafei_Sternatia_061.JPG
  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano. <br />
(fonte: wikipwedia.org)
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano.
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano.
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  • Palazzo Granafei, è la residenza baronale dell'omonima famiglia che ebbe in feudo Sternatia dal 1733. La sua costruzione è attribuita all'architetto leccese Mauro Manieri prima del 1743 e fu realizzato seguendo lo stile del barocco salentino. Sorge al posto di un precedente castello bizantino e poi aragonese, di cui sono visibili i resti in un portone con arco durazzesco di un'abitazione privata.<br />
La facciata nobiliare dell'edificio è caratterizzata da un elaborato portale d'ingresso, sormontato dallo stemma della famiglia Granafei, e da una lunga balaustra di coronamento che interessa tutto il prospetto. Il lato posteriore del complesso presenta una forma austera, priva di qualsiasi elemento decorativo, e si distingue per il basamento scarpato. Il palazzo è strutturato in tre livelli distribuiti attorno ad una corte interna. Gli ambienti comprendono le stanze residenziali, i magazzini, alcuni locali adibiti a Corte di Giustizia e carceri. Il primo piano è decorato con affreschi rococò di scene mitologiche e di divinità, opera di artisti salentini tra cui Serafino Elmo. Tra le opere d'arte conservate è rilevante una tela seicentesca di Cesare Fracanzano.
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  • Chiesa di San Mtteo. Si racconta che l'architetto Achille Larducci nel realizzare la sontuosa fabbrica dalle forme curvilinee, nel 1667, volesse omaggiare la chiesa borrominiana di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma. Sorta su una precedente costruzione quattrocentesca, pertinente a un convento di Terziarie Francescane, la chiesa ha una facciata a due ordini, divisa da un'aggettante cornice curvilinea, mentre l'interno presenta un'ampia navata ellittica, scandita da paraste su cui sono collocate le statue degli Apostoli. Le monache assistevano alle funzioni liturgiche dalle bifore della navata.
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Lecce - Duomo. La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città. Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza. Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo. Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
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  • Bari 24 aprile 2013.Il Liceo ?Q. Orazio Flacco? di Bari trova le sue origini nel 1774, quando, sotto lo stato borbonico, fu fondato il Regio Liceo delle Puglie con sede prima presso il convento dei Bobbisti e poi al rione San Pietro di Bari...La costruzione dell'edificio che attualmente ospita il Liceo-ginnasio risale al 1933, realizzata su progetto dell'architetto Concezio Petrucci con pianta a forma di lettera U (che dall'alto poteva con le due ali laterali, terminanti in torrette, e l'ampia scalinata centrale essere letta come una emme maiuscola). L'area totale era di 5700 mq e la superficie coperta di 2650 mq.
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  • Bari 24 aprile 2013.Il Liceo ?Q. Orazio Flacco? di Bari trova le sue origini nel 1774, quando, sotto lo stato borbonico, fu fondato il Regio Liceo delle Puglie con sede prima presso il convento dei Bobbisti e poi al rione San Pietro di Bari...La costruzione dell'edificio che attualmente ospita il Liceo-ginnasio risale al 1933, realizzata su progetto dell'architetto Concezio Petrucci con pianta a forma di lettera U (che dall'alto poteva con le due ali laterali, terminanti in torrette, e l'ampia scalinata centrale essere letta come una emme maiuscola). L'area totale era di 5700 mq e la superficie coperta di 2650 mq.
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  • Il Teatro Comunale di Barletta è intitolato al direttore artistico barlettano Giuseppe Curci che ne curò la direzione artistica dal 6 aprile 1872, data di inaugurazione del teatro, fino alla sua morte avvenuta il 5 agosto 1877. Il teatro, inizialmente intitolato a San Ferdinando, fu acquistato dal Comune nel 1864, a seguito di un parziale crollo, dal momento che la società proprietaria non aveva le risorse finanziarie per restaurarlo. Per il restauro il Comune decise di procedere all'abbattimento e successiva ricostruzione. Il progetto è del 1866 ad opera di tale signor Anaclerio; la direzione lavori fu affidata all'architetto Federico Santacroce, capo dell'ufficio tecnico della città, e nel 1868 ebbero inizio i lavori che si conclusero nel 1872..
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  • Il Teatro Comunale di Barletta è intitolato al direttore artistico barlettano Giuseppe Curci che ne curò la direzione artistica dal 6 aprile 1872, data di inaugurazione del teatro, fino alla sua morte avvenuta il 5 agosto 1877. Il teatro, inizialmente intitolato a San Ferdinando, fu acquistato dal Comune nel 1864, a seguito di un parziale crollo, dal momento che la società proprietaria non aveva le risorse finanziarie per restaurarlo. Per il restauro il Comune decise di procedere all'abbattimento e successiva ricostruzione. Il progetto è del 1866 ad opera di tale signor Anaclerio; la direzione lavori fu affidata all'architetto Federico Santacroce, capo dell'ufficio tecnico della città, e nel 1868 ebbero inizio i lavori che si conclusero nel 1872..
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  • Il Teatro Comunale di Barletta è intitolato al direttore artistico barlettano Giuseppe Curci che ne curò la direzione artistica dal 6 aprile 1872, data di inaugurazione del teatro, fino alla sua morte avvenuta il 5 agosto 1877. Il teatro, inizialmente intitolato a San Ferdinando, fu acquistato dal Comune nel 1864, a seguito di un parziale crollo, dal momento che la società proprietaria non aveva le risorse finanziarie per restaurarlo. Per il restauro il Comune decise di procedere all'abbattimento e successiva ricostruzione. Il progetto è del 1866 ad opera di tale signor Anaclerio; la direzione lavori fu affidata all'architetto Federico Santacroce, capo dell'ufficio tecnico della città, e nel 1868 ebbero inizio i lavori che si conclusero nel 1872..
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  • Il Teatro Comunale di Barletta è intitolato al direttore artistico barlettano Giuseppe Curci che ne curò la direzione artistica dal 6 aprile 1872, data di inaugurazione del teatro, fino alla sua morte avvenuta il 5 agosto 1877. Il teatro, inizialmente intitolato a San Ferdinando, fu acquistato dal Comune nel 1864, a seguito di un parziale crollo, dal momento che la società proprietaria non aveva le risorse finanziarie per restaurarlo. Per il restauro il Comune decise di procedere all'abbattimento e successiva ricostruzione. Il progetto è del 1866 ad opera di tale signor Anaclerio; la direzione lavori fu affidata all'architetto Federico Santacroce, capo dell'ufficio tecnico della città, e nel 1868 ebbero inizio i lavori che si conclusero nel 1872..
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  • Il Teatro Comunale di Barletta è intitolato al direttore artistico barlettano Giuseppe Curci che ne curò la direzione artistica dal 6 aprile 1872, data di inaugurazione del teatro, fino alla sua morte avvenuta il 5 agosto 1877. Il teatro, inizialmente intitolato a San Ferdinando, fu acquistato dal Comune nel 1864, a seguito di un parziale crollo, dal momento che la società proprietaria non aveva le risorse finanziarie per restaurarlo. Per il restauro il Comune decise di procedere all'abbattimento e successiva ricostruzione. Il progetto è del 1866 ad opera di tale signor Anaclerio; la direzione lavori fu affidata all'architetto Federico Santacroce, capo dell'ufficio tecnico della città, e nel 1868 ebbero inizio i lavori che si conclusero nel 1872..
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  • Lecce - Chiesa di Santa Chiara. Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II n. 11 - Lecce..La chiesa di Santa Chiara si trova nel centro storico di Lecce, in piazza Vittorio Emanuele II. La sua prima fondazione, voluta dal vescovo Tommaso Ammirato, risale al 1429; venne in seguito quasi completatmente ristrutturata tra il 1687 e il 1691. La realizzazione della chiesa è opera dell'architetto Giuseppe Cino.
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  • Lecce - Chiesa di Santa Chiara. Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II n. 11 - Lecce..La chiesa di Santa Chiara si trova nel centro storico di Lecce, in piazza Vittorio Emanuele II. La sua prima fondazione, voluta dal vescovo Tommaso Ammirato, risale al 1429; venne in seguito quasi completatmente ristrutturata tra il 1687 e il 1691. La realizzazione della chiesa è opera dell'architetto Giuseppe Cino.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • L'ex Accademia Navale Niccolò Tommaseo è un edificio storico di Brindisi. Notevole opera di stile razionalista realizzata nel periodo 1934-1937 ad opera dell'architetto Gaetano Minnucci, il Collegio Navale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) preparava i giovani con i corsi di liceo classico e liceo scientifico e con indirizzo specifico al pari di una accademia navale. Dopo la seconda guerra mondiale ha funzionato come scuola solo per un certo periodo, venendo poi abbandonato e occupato da famiglie di sfrattati.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto il crocifisso sospeso, al centro della chiesa.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto il gruppo scultoreo realizzato da Giuliano Vangi e raffigurante la deposizione.
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  • È stata inaugurata il 1° luglio 2004, la nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina progettata dall'architetto Renzo Piano. Esattamente 45 anni prima, nel 1959,  veniva inaugurata la chiesa "grande" di Santa Maria delle Grazie. .Sorta a fianco del santuario e convento in cui visse il frate, ha la forma di una conchiglia e la sua pianta ricorda quella della spriale archimedea. Enormi archi parto dal perimetro esterno e terminano nel fulcro della "conchiglia" dove è posto l'altare. Possenti staffe d'acciaio, ancorate agli archi, sorreggono la volta che ricoperta di rame preossidato espone alla vista un intenso un colore verde-rame.   .Con i suoi 6000 mq, è la seconda chiesa più grande in Italia per dimensioni, dopo il Duomo di Milano. Può ospitare oltre 7000 persone e per la sua realizzazione sono state impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 70.000 metri cubi di scavo in roccia, 60.000 chili di acciaio, 500 mq di vetro, 19.500 mq di rame preossidato. Ogni anno è meta di oltre sei milioni di pellegrini..Nella foto un momento della celebrazione eucaristica
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