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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0022.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0010.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0001.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0039.jpg
  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
    AR_SANTI MARTIRI20130816_0004.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0055.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0047.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0036.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0002.jpg
  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
    AR_SANTI MARTIRI20130816_0014.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0057.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0048.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0046.jpg
  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
    AR_PRESEPE 201320131229_0037.jpg
  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • E' giunto alla sesta edizione “Il presepe vivente nel borgo antico”. Migliaia di visitatori, infatti, ogni anno non perdono l'occasione di ammirare il suggestivo centro storico medievale, che diventa, con le accoglienti abitazioni, con le sue corti, i suoi caratteristici vicoli e le antiche viuzze, teatro magnifico e ideale per rappresentare l'antica Betlemme e per accompagnare il visitatore in un viaggio fra le numerose scene di vita quotidiana, appartenenti a un passato ormai lontano e che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e, soprattutto alla nascita di Gesù Bambino. La scenografia naturale del borgo antico è ciò che maggiormente caratterizza il Presepe Vivente di Specchia, le cui strade, illuminate da originali fiaccole, guideranno i passi dei visitatori da Piazza degli Artisti, lungo via Ferrante Gonzaga, fino alle Mura di Ponente, per poi sbucare su Piazza del Popolo, dove i due principali palazzi, Palazzo Coluccia e il Protonobilissimo Palazzo Risolo, accoglieranno, rispettivamente, fra le loro antiche mura, la fastosità della corte di Erode e l'umile stalla in cui è venuto alla luce il Figlio di Dio. Al centro della grandiosa Piazza la focareddha, pira ardente di legna, darà calore ai volti e ai cuori dei visitatori.<br />
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And ' now in its sixth edition , " The nativity scene in the old town ." Thousands of visitors , in fact, every year they do not lose the opportunity to admire the charming medieval old town, which becomes, with cozy homes, with its courts , its quaint narrow streets and ancient alleyways , magnificent theater and ideal to represent the ' ancient Bethlehem and to accompany the visitor on a journey through the many scenes of everyday life , belonging to a distant past and with an intensity that awaken the emotions tied to the magic of Christmas , and especially the birth of Baby Jesus. The natural scenery of the old town is the most important feature of the Living Nativity Mirror , whose streets , lit b
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Chiesa di santa Lucia. La chiesa è a ridosso del Belvedere da cui è possibile ammirare tutta la zona monumentale dei Trulli e il Palazzo dei Conti Acquaviva di Conversano con una immensa terrazza sulla destra.<br />
La prima costruzione della chiesa risale al 1838. Fu costruita in origine per ospitare la Confraternita del SS. Sacramento che fino all'anno prima, 1837, si radunava mensilmente nel Trullo Sovrano. Nella seconda metà del Ottocento la chiesa fu restaurata e ingrandita del doppio e si decise di attribuirla a Santa Lucia, protettrice di Alberobello.<br />
La sua facciata è molto sobria e maestosa. Gli unici elementi decorativi sono la vetrata mistilinea che trafora il centro e il cornicione superiore che evidenzia il timpano, dietro il quale si eleva il campanile. Anche in questo elemento la cupola, che sovrasta la cella campanaria, si ispira alla sfericità del trullo e al pinnacolo.<br />
L'interno della chiesa, a una unica navata, presenta il presbiterio sopraelevato di due gradini. La chiesa è interamente illuminata da una grande vetrata che si apre alle spalle del Cristo ligneo di autore ignoto, risalente alla fine dell'Ottocento. Ai lati della chiesa si aprono delle bacheche che custodiscono alcune statue devozionali. In alto sulla sinistra, sporgente a metà altezza, c'è la statua di San Francesco di Assisi. Sempre sulla sinistra ad angolo con il presbiterio, ci sono due statue raffiguranti la Madonna, una vestita, l'altra in cartapesta con bambinello. Di fronte c'è la teca con la santa titolare della chiesa.<br />
I festeggiamenti solenni di Santa Lucia si svolgono ogni anno il 25 e 26 maggio.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • Nelle foto vediamo la benedizione degli animali e del pane che poi viene distribuito ai fedeli.<br />
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In the picture we see the blessing of the animals and the bread, which is then distributed to the faithful.
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  • Nelle foto vediamo la benedizione degli animali e del pane che poi viene distribuito ai fedeli.<br />
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In the picture we see the blessing of the animals and the bread, which is then distributed to the faithful.
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Chiesa di Sant' Antonio. Edificata tra il 1926 e il 1927 su un terreno sommità del rione Monti, donato da una cittadina di Alberobello ai sacerdoti guanelliani, la chiesa di Sant'Antonio riproduce le fattezze delle abitazioni del rione. Su una pianta a croce greca s'innesta una cupola alta 21 metri a forma di trullo, che si integra perfettamente con gli edifici circostanti. La chiesa ha subìto un completo restauro nel 2004.
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  • Chiesa di Sant' Antonio. Edificata tra il 1926 e il 1927 su un terreno sommità del rione Monti, donato da una cittadina di Alberobello ai sacerdoti guanelliani, la chiesa di Sant'Antonio riproduce le fattezze delle abitazioni del rione. Su una pianta a croce greca s'innesta una cupola alta 21 metri a forma di trullo, che si integra perfettamente con gli edifici circostanti. La chiesa ha subìto un completo restauro nel 2004.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • Chiesa di santa Lucia. La chiesa è a ridosso del Belvedere da cui è possibile ammirare tutta la zona monumentale dei Trulli e il Palazzo dei Conti Acquaviva di Conversano con una immensa terrazza sulla destra.<br />
La prima costruzione della chiesa risale al 1838. Fu costruita in origine per ospitare la Confraternita del SS. Sacramento che fino all'anno prima, 1837, si radunava mensilmente nel Trullo Sovrano. Nella seconda metà del Ottocento la chiesa fu restaurata e ingrandita del doppio e si decise di attribuirla a Santa Lucia, protettrice di Alberobello.<br />
La sua facciata è molto sobria e maestosa. Gli unici elementi decorativi sono la vetrata mistilinea che trafora il centro e il cornicione superiore che evidenzia il timpano, dietro il quale si eleva il campanile. Anche in questo elemento la cupola, che sovrasta la cella campanaria, si ispira alla sfericità del trullo e al pinnacolo.<br />
L'interno della chiesa, a una unica navata, presenta il presbiterio sopraelevato di due gradini. La chiesa è interamente illuminata da una grande vetrata che si apre alle spalle del Cristo ligneo di autore ignoto, risalente alla fine dell'Ottocento. Ai lati della chiesa si aprono delle bacheche che custodiscono alcune statue devozionali. In alto sulla sinistra, sporgente a metà altezza, c'è la statua di San Francesco di Assisi. Sempre sulla sinistra ad angolo con il presbiterio, ci sono due statue raffiguranti la Madonna, una vestita, l'altra in cartapesta con bambinello. Di fronte c'è la teca con la santa titolare della chiesa.<br />
I festeggiamenti solenni di Santa Lucia si svolgono ogni anno il 25 e 26 maggio.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • Nelle foto vediamo la benedizione degli animali e del pane che poi viene distribuito ai fedeli.<br />
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In the picture we see the blessing of the animals and the bread, which is then distributed to the faithful.
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • Il 28 luglio 1480 una flotta navale turca del sultano dell'Impero ottomano Maometto II proveniente da Valona, forte di 90 galee, 40 galeotte e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto. La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il 29 luglio la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei casali vicini. Quando Gedik Ahmet Pascià chiese la resa ai difensori, questi si rifiutarono e in risposta le artiglierie turche ripresero il bombardamento. L'11 agosto, dopo 15 giorni d'assedio, Gedik Ahmet Pascià ordinò l'attacco finale durante il quale riuscì a sfondare le difese e a espugnare anche il castello. Nel massacro che ne seguì, tutti i maschi di oltre quindici anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini furono ridotti in schiavitù. Secondo alcune ricostruzioni storiche, i morti furono in totale 12.000 e i ridotti in schiavitù 5.000, comprendendo anche le vittime dei territori della penisola salentina intorno alla città. I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l'arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò. Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli. Particolarmente barbara fu l'uccisione dell'anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte. Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città. Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo. A capo degli Otrantini -che i
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
<br />
Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Nelle foto vediamo la benedizione degli animali e del pane che poi viene distribuito ai fedeli.<br />
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In the picture we see the blessing of the animals and the bread, which is then distributed to the faithful.
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Chiesa di santa Lucia. La chiesa è a ridosso del Belvedere da cui è possibile ammirare tutta la zona monumentale dei Trulli e il Palazzo dei Conti Acquaviva di Conversano con una immensa terrazza sulla destra.<br />
La prima costruzione della chiesa risale al 1838. Fu costruita in origine per ospitare la Confraternita del SS. Sacramento che fino all'anno prima, 1837, si radunava mensilmente nel Trullo Sovrano. Nella seconda metà del Ottocento la chiesa fu restaurata e ingrandita del doppio e si decise di attribuirla a Santa Lucia, protettrice di Alberobello.<br />
La sua facciata è molto sobria e maestosa. Gli unici elementi decorativi sono la vetrata mistilinea che trafora il centro e il cornicione superiore che evidenzia il timpano, dietro il quale si eleva il campanile. Anche in questo elemento la cupola, che sovrasta la cella campanaria, si ispira alla sfericità del trullo e al pinnacolo.<br />
L'interno della chiesa, a una unica navata, presenta il presbiterio sopraelevato di due gradini. La chiesa è interamente illuminata da una grande vetrata che si apre alle spalle del Cristo ligneo di autore ignoto, risalente alla fine dell'Ottocento. Ai lati della chiesa si aprono delle bacheche che custodiscono alcune statue devozionali. In alto sulla sinistra, sporgente a metà altezza, c'è la statua di San Francesco di Assisi. Sempre sulla sinistra ad angolo con il presbiterio, ci sono due statue raffiguranti la Madonna, una vestita, l'altra in cartapesta con bambinello. Di fronte c'è la teca con la santa titolare della chiesa.<br />
I festeggiamenti solenni di Santa Lucia si svolgono ogni anno il 25 e 26 maggio.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • I trulli. La storia di questi edifici molto particolari è legata a un editto del Regno di Napoli che nel XV secolo sottoponeva ad un tributo ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, proprietari del territorio su cui sorge oggi Alberobello, imposero allora ai contadini inviati in queste terre di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie, di facile demolizione.<br />
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Coperture dei trulli<br />
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Il Trullo siamese<br />
Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono nella forma rotonda con tetto a cupola autoportante, composto di cerchi di pietre sovrapposti, la configurazione più semplice e solida. I tetti a cupola dei trulli sono abbelliti con pinnacoli decorativi, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi.<br />
Essi erano realizzati dalla maestranza assunta per la costruzione del trullo e ne identificavano l'artigiano. In base alla qualità della fattura del pinnacolo si poteva dunque identificare non solo la destrezza artigianale del costruttore, ma anche il valore della costruzione. Una maggiore spesa nella costruzione del trullo permetteva di individuare pertanto, le famiglie più abbienti da quelle meno facoltose.<br />
Per quanto riguarda i simboli dipinti sopra i tetti dei trulli spesso assumono un significato religioso; talvolta possono rappresentare segni dello zodiaco. Pinnacolo e simbolo dipinto insieme formavano una sorta di identificativo civico, in quanto per lungo tempo Alberobello ha visto negarsi un riconoscimento ufficiale da parte dei conti di Conversano.
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle foto vediamo la benedizione degli animali e del pane che poi viene distribuito ai fedeli.<br />
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In the picture we see the blessing of the animals and the bread, which is then distributed to the faithful.
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Nelle photo vediamo l' accensione della focara che avviene tramite fuochi d' artificio<br />
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In the photo we see the 'power of Focara that occurs through fireworks' artifice
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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  • Ogni anno, il 26 Gennaio, a Porto Cesareo, località di mare vicino Lecce, si festeggia Sant' antonio Abate, protettore degli animali e specialmente dei cavalli. La sera viene accesa la grande focara alta 12 metri e costruita da due famiglie del posto. Quest' anno è stata la settantaquattresima edizione.<br />
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Every year, January 26, in Porto Cesareo, a seaside resort near Lecce, celebrates Sant 'antonio Abate, patron saint of animals, especially horses. The evening is lit the great Focara 12 meters high and was built by two local families. This year 's edition was 74th
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